Venerdì 6 Ottobre 2017 ore 21:00 Mario Aliberti haraccontato il viaggio in Cina: "Lo Yunnan, a sud delle nuvole". Sala Rita Levi Montalcini, Viale Trieste (Santa Caterina) – Fermo
Racconto replicato a Monte Urano, su richiesta di molti soci, venerdì 26 Gennaio 2018 ore 21:15.
Cina 2014: Lo Yunnan, i Cinesi non sono tutti uguali.
ottobre 2014
La Cina, con 1,4 miliardi di persone, è notoriamente il paese più popoloso del mondo. Nell’immaginario collettivo la Cina è un paese monolitico abitato da persone tutte uguali: i cinesi. Non è così; in Cina ci sono 56 etnie anche se una, quella degli Han è la maggioritaria e conta circa 1 miliardo e 226 milioni pari al 91.51% della popolazione.
Secondo la Costituzione tutte le nazionalità della Repubblica Popolare Cinese sono uguali, lo Stato assicura i diritti e gli interessi legittimi di ciascuna minoranza etnica, promuove l’unità, l’uguaglianza e l’aiuto vicendevole fra le nazionalità. In realtà gli Han sono forza preponderante in ogni regione e non sempre madre Cina riesce a gestire il prorompente sviluppo economico con le esigenze delle minoranze che aspirano a mantenere i loro usi e costumi, seguire le loro tradizioni, mantenere viva la loro lingua all’interno delle loro comunità.
Nello Yunnan, isolata provincia situata nella regione sud-occidentale al confine con il Tibet, il Myanmar, il Viet Nam ed il Laos, è concentrata la maggior diversità di minoranze etniche, ben 25, che parlano lingue Tibeto-birmane talvolta in associazione con il Cinese standard grazie ai media ed alle scuole. Fra i Naxi gli sciamani utilizzano nei loro rituali addirittura la scrittura Dongba costituita da pittogrammi. Degli originari insediamenti ben poco è rimasto ma è ancora possibile incontrare ai mercati donne che vestono i costumi tradizionali.
L’espansionismo economico cinese degli ultimi anni ha certamente permesso a molti di migliorare le proprie condizioni di vita e a larghi strati sociali di arricchirsi ma, come avvenuto a suo tempo nel mondo occidentale, a scapito della salvaguardia dell’ambiente e delle peculiarità etniche e culturali. In questa situazione di sconvolgimenti epocali è importante che la nuova Cina, ricca e capitalista, si impegni concretamente, prima che sia troppo tardi, per proteggere la fragilità delle minoranze etniche affinché il patrimonio culturale di questa varietà di popoli possa sopravvivere.
Attraversata da rotte commerciali, questa provincia è stata per secoli luogo d’incontro e di scambio di merci con i paesi confinanti ed ha consentito un primo approccio dei visitatori europei all’impero cinese.
Nella parte settentrionale sono ubicate le antiche città di Dali, Lijiang e Zhongdian il cui distretto nel 2001 è stato ribattezzato dalle autorità di Pechino Shangri-La, a scopo turistico, anche se non sono precisamente questi i territori descritti da Hilton nel suo "Orizzonte perduto". Oggi queste località sono mete preferite da turisti cinesi e stranieri. La regione meridionale è occupata da una splendida area tropicale con piantagioni di tè e coltivazioni di riso su terrazzamenti addossati ai fianchi della montagna di straordinaria bellezza, dichiarati patrimonio Unesco dal 2013. Costruite dal popolo Hani circa 1300 anni fa, si estendono a perdita d’occhio e sono state mantenute intatte fino ad oggi con paziente e faticoso lavoro manuale a testimoniare la esemplare armonia fra l’uomo e l’ambiente.
Oltre alle località turistiche più note ed agli ambienti naturali di rara bellezza, il viaggiatore attento può cogliere situazioni di vita quotidiana che, al di la delle differenze di alcune abitudini che possono lasciarlo perplesso, rivelano invece uno spirito accogliente e ben disposto nei confronti dello straniero. In genere i cinesi nutrono una grande ammirazione per l’Italia ed in particolare per il calcio, la moda ed il cibo ma anche per la cultura; conoscono Marco Polo e Matteo Ricci e spesso fanno similitudini tra l’antico impero romano e l’impero cinese. In via generale può dirsi che considerano l’Italia come Paese Amico.
6 Settembre 2017
Mario Aliberti
Mario scherza con un'erbivendola di un mercato locale dello Yunnan
Stralcio dell'articolo di Silvia Tiburzi pubblicato sul quotidiano online viverefermo
..... il protagonista dell'evento è stato intervistato, soprattutto per conoscere di persona il “pensionato viaggiatore” fermano, come è solito descriversi, e la sua esperienza extraeuropea.
I suoi viaggi all'aria aperta sono sempre nati dalla passione e si sono sviluppati sia in tenda, sia in caravan e camper. Solamente una volta libero dagli impegni lavorativi e familiari Mario ha avuto le possibilità di compiere lunghi viaggi da tempo desiderati che potevano varcare i confini europei. Le sue parole piene di entusiasmo parlano di sogni: “Dicono, e così è stato per me, che bisogna sognare perché i sogni possano realizzarsi, ed io avevo tanto sognato!”.
I viaggi più faticosi e avventurosi sono nati dopo l'età di 60 anni, toccando le coste più remote e i paesi più disparati: Africa ed India principalmente e poi Thailandia, Argentina, Mongolia, Selva Amazzonica, Ecuador, Perù, Papua Nuova Guinea e Vietnam.
La gran parte dei viaggi è stata organizzata allo scopo di conoscere e vivere i popoli indigeni, “quelli che noi chiameremmo selvaggi” e con i quali Mario ricorda di aver trascorso “i momenti più belli e gratificanti”.
Proprio il viaggio in Cina, un paese aperto al turismo da pochi anni e ancora abbastanza vincolante, è stato pensato per scoprire 25 delle 56 etnie presenti nel paese, quelle che si trovano nello Yunnan. Le parole di Mario descrivono i popoli indigeni come i “migliori custodi delle bellezze e delle ricchezze del pianeta” e parlano degli esemplari Hani, da 1300 anni custodi di risaie a terrazzi patrimonio dell'UNESCO. Come lo stesso Camping Club Fermano, promotore di viaggi e eventi culturali, lo stesso Mario Aliberti invita a viaggiare perché il viaggio è conoscenza, cultura e sopratutto mezzo per fugare la paura delle diversità e preanuncia la sua nuova avventura nell'isola di Sulawesi in Indonesia. ............