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Per informazioni: mario.aliberti728@alice.it
Venerdì 23 ottobre 2015 nella splendida Cappellina di Villa Vitali a Fermo Mario Aliberti ha raccontato la sua esperienza di viaggio in India.
INDIA: Tribù Adivasi lungo il Brahmaputra
Marzo 2013
L'India, settimo paese al mondo per dimensioni e secondo per popolazione (quasi un miliardo e 200.000.000) costituisce un mosaico etnico e culturale con oltre 1.500 fra lingue e dialetti ed oltre 300 milioni di divinità.
In questo variegato mosaico trovano posto anche 70 milioni di Adivasi (indigeni, primi abitatori) appartenenti a 450 gruppi tribali diversi per origini, costumi, lingua e religione. Gli Adivasi sono popolazioni aborigene primitive che vivevano in India da molto prima dell'arrivo, intorno al 1500 a.C. degli Ariani (popolazioni nomadi provenienti dal Nord-Ovest di carnagione chiara) e poi dei Dravidi (probabilmente provenienti dall'Est, di carnagione scura). Da questi e dai successivi invasori, le popolazioni autoctone vennero respinte in zone sempre più aspre, prive di risorse e di difficile accesso. Questo isolamento ha consentito loro di rimanere liberi ed autonomi e di conservare quasi integri gli antichi costumi, la tradizioni e gli stili di vita. Nell'estremo Nord-Est, un territorio grande quasi come l'Italia collegato alla madre patria da una stretta lingua di terra tra le nazioni confinanti, è concentrata una gran parte degli Adivasi. Oggetto di interesse di stati confinanti come il Bhutan, il Tibet e la Birmania, nel XIII° secolo proprio da una tribù di origine birmana, gli Haom, venne occupato e governato fino al 1826. Agli inizi del XX secolo gli inglesi riuscirono a penetrare nel territorio dove impiantarono numerose piantagioni di tè e lo identificarono come lo stato dell'Assam; dopo l'indipendenza l'India ha sempre contrastato le rivendicazioni di autonomia e nel 1972 ha diviso il territorio in sette stati denominati Assam, Arunachal Pradesh, Meghalaya, Nagaland, Manipur, Mizoram e Tripura probabilmente al fine di avere un maggior controllo su di essi.. Le sperdute vallate comprese fra le pendici Himalayane e l'alta valle del Brahmaputra ed i numerosi villaggi costituiscono una habitat naturale straordinario ed incontaminato di grande interesse sia dal lato paesaggistico che etnico.
Oggetto di questo racconto saranno l'Assam, lo stato economicamente più sviluppato, il Nagaland e l'Arunachal Pradesh, due stati ancora integri per quanto riguarda stili di vita e tradizioni.
L'Assam è lo stato più popoloso (24 milioni di abitanti) ed anche il più accessibile ai turisti. Qui si produce il 65% del tè dell'India; oltre alle piantagioni di tè vi sono numerose risaie e boschi di palme da cocco. Ospita inoltre due importanti parchi, Manas e Kaziranga ove è possibile vedere l'elefante, il rinoceronte unicorno indiano ed altri erbivori mentre è difficilissimo la tigre, che pure è presente.
Il Nagaland, piccolo stato che ad Est confina con il Myanmar, ha una popolazione di 2 milioni di abitanti suddivisi in 16 tribù di origine indo-mongolica, di cui la più numerosa è quella dei Naga. La tribù dei Koniak è nota perché fra di loro, fino agli anni 50, vi erano guerrieri cacciatori di teste. Ne sono rimaste testimonianze solo in pochi villaggi perché, con l'arrivo dei missionari cristiani, questi trofei sono stati fatti seppellire.
L'Arunachal Pradesh è, fra gli stati indiani del Nordest, il più settentrionale ed uno dei meno popolati dell'India (circa 900.00 abitanti) e confina con la Cina ed il Myanmar. Per lungo tempo chiuso al turismo (ancora oggi serve un permesso d'ingresso speciale) è uno dei luoghi più selvaggi dell'India. Sono 13 i gruppi etnici presenti e 26 le tribù principali fra le quali spiccano gli Apatani “scoperti” negli anni trenta dall'etnologo Cristoph von Furer-Almendorf che ne fece conoscere gli usi e le tradizioni. Famoso è il Myoko Festival che si tieni ogni anno i primi di marzo sempre in un villaggio diverso. Gli Apatani, di origine mongola, sono abili agricoltori ed hanno trasformato le loro valli in veri e propri giardini coltivando ogni piccolo appezzamento di terreno. Le case Apatani sono costruite in bambù su palafitte ed addossate l'una all'altra lungo stretti viottoli; il governo dei villaggi, nonostante le leggi del governo di Delhi, è retto da un consiglio di anziani che ha ancora un potere autorevole. Le donne sono note per avere il mento e la fronte tatuati e per i tappi di legno che hanno inseriti nelle narici, usanza che però non è più praticata dalle giovani generazioni in quanto è inevitabile una certa influenza della cultura occidentale.